Negli ultimi vent’anni l’oncologia italiana ha compiuto passi da gigante, testimoniando un percorso di innovazione, ricerca e cura che ha notevolmente migliorato la qualità della vita dei pazienti e incrementato i tassi di sopravvivenza.
I successi dell’oncologia italiana negli ultimi vent’anni sono molteplici. Un’innovazione che ha riguardato tutti gli ambiti di trattamento, dalla chirurgia alla radioterapia, alle terapie di supporto, e che ha evidenziato come la combinazione di ricerca avanzata, approcci terapeutici innovativi e la dedizione dei professionisti sanitari abbia portato a progressi significativi nella lotta contro il cancro.
I passi avanti nella ricerca e nell’innovazione
Il primo decennio del 21° secolo ha segnato una svolta nella ricerca oncologica: negli ultimi decenni, infatti, la ricerca clinica e di laboratorio ha permesso una comprensione più profonda dei meccanismi alla base della carcinogenesi, aprendo la strada a trattamenti più mirati e personalizzati.
Anche l’Italia ha contribuito con studi fondamentali sulla genetica dei tumori che hanno influenzato l’approccio terapeutico a livello globale.
Eterogeneità tumorale
I tumori sono biologicamente diversi uno dall’altro. Questa differenza si individua non solo tra le neoplasie che colpiscono organi diversi (i tumori della mammella sono diversi dai tumori del polmone, o dai tumori dello stomaco ecc.), ma anche all’interno dello stesso tipo di tumore: ad esempio, le proprietà biologiche del tumore del polmone di un certo paziente possono essere molto diverse da quelle di un altro paziente affetto dalla stessa malattia, anche se gli individui sono simili per età, sesso e altre caratteristiche cliniche.
La caratterizzazione molecolare in oncologia ha quindi acquisito negli anni sempre più importanza, spostando l’attenzione da un approccio “taglia unica” a trattamenti basati sul profilo genetico individuale del tumore.
Questo approccio alla personalizzazione della terapia, ha di fatto rivoluzionato l’oncologia italiana che ha abbracciato, in anticipo rispetto ad altri, questa evoluzione implementando test genomici che hanno permesso di identificare le mutazioni specifiche dei tumori e di assegnare ai pazienti il trattamento più efficace. Tutto ciò ha significato non solo una maggiore efficacia terapeutica ma anche una riduzione degli effetti collaterali, migliorando la qualità della vita dei pazienti.
Medicina di precisione
Grazie a questo approccio “mirato”, i trattamenti vengono scelti sulla base delle caratteristiche cliniche del paziente (privilegiando ad esempio farmaci meno tossici per i pazienti anziani o più fragili), e sulla base delle caratteristiche biologiche del singolo tumore.
Per il tumore del polmone questo metodo viene utilizzato già da diversi anni: per decidere, infatti, quale sia il trattamento migliore si effettuano delle analisi molecolari sul campione prelevato con la biopsia e, sulla base di tali risultati, alcuni pazienti riceveranno un farmaco orale a bersaglio molecolare, altri un trattamento immunoterapico senza chemioterapia, altri ancora una combinazione di chemioterapia e immunoterapia.
Farmaci a bersaglio molecolare
L’avvento, circa vent’anni fa, dei farmaci a bersaglio molecolare ha consentito di ottenere, nei casi in cui è possibile impiegarli, risposte obiettive molto importanti spesso associate ad un controllo della malattia prolungato nel tempo.
Questa classe di farmaci agisce su specifiche molecole (spesso proteine) che svolgono un ruolo cruciale nei processi cellulari che conducono alla formazione e alla crescita dei tumori. Identificando e colpendo questi bersagli, tali farmaci possono bloccare o rallentare la progressione del cancro.
A differenza della chemioterapia tradizionale, che colpisce tutte le cellule che si dividono rapidamente (includendo quindi le cellule sane), i farmaci a bersaglio molecolare offrono un approccio più mirato, riducendo gli effetti collaterali e migliorando l’efficacia del trattamento. Tuttavia, per quanto selettivi, anche i farmaci a bersaglio molecolare hanno una loro tossicità, spesso molto diversa da quella del trattamento chemioterapico ma non per questo trascurabile, mentre la necessità di identificare il bersaglio appropriato attraverso test genetici e molecolari può limitarne l’utilizzo a pazienti specifici.
Farmaci inibitori dei checkpoint immunitari
L’altra grande rivoluzione di questi ultimi anni è stata rappresentata dall’introduzione dei farmaci immunoterapici di nuova generazione, i cosiddetti immune checkpoint inhibitors, che agiscono stimolando la risposta immunitaria del paziente nei confronti del tumore.
Questi farmaci appartengono alla classe delle immunoterapie che sfruttano, appunto, il sistema immunitario del paziente per riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Gli inibitori dei checkpoint immunitari agiscono rimuovendo i freni che limitano la capacità del sistema immunitario di attaccare il cancro, segnando un capitolo importante nella storia della lotta contro il cancro e offrendo una nuova speranza a molti pazienti.
Gli inibitori dei checkpoint immunitari hanno mostrato efficacia nel trattamento di diversi tipi di cancro, tra cui melanoma, carcinoma polmonare non a piccole cellule, carcinoma renale, carcinoma della vescica, e alcuni tipi di carcinoma della testa e del collo. Per alcuni pazienti, questi farmaci hanno portato a risposte durature che erano impensabili con i trattamenti tradizionali.
Sfide e prospettive per il futuro
L’evoluzione dell’oncologia italiana negli ultimi vent’anni è una testimonianza della capacità di innovare e adattarsi in risposta alle sfide poste dal cancro: la disponibilità di nuovi farmaci ha fatto sì che situazioni cliniche per le quali fino a qualche decennio fa esistevano opzioni terapeutiche molto limitate, oggi possono prevedere più linee di trattamento.
La ricerca sugli inibitori dei checkpoint immunitari è attualmente in rapida espansione con l’obiettivo di identificare biomarcatori che possano prevedere la risposta al trattamento, sviluppare combinazioni terapeutiche che possano superare la resistenza e estendere l’efficacia a un maggior numero di tipi di cancro.
L’integrazione di questi farmaci con altre terapie, come i vaccini antitumorali, la radioterapia e i farmaci a bersaglio molecolare, apre nuove prospettive per trattamenti oncologici ancora più efficaci e personalizzati.
Con la continua ricerca di nuovi trattamenti, l’impegno nella prevenzione e diagnosi precoce, e una crescente attenzione alla qualità della vita dei pazienti, l’Italia si posiziona come un leader nella lotta contro il cancro, guardando al futuro con ottimismo e determinazione a migliorare ulteriormente i risultati ottenuti.